Di Ruderi e Scrittura

Il Sonno di San Giovanni

La veglia di San Giovanni cade tra il 23 e il 24 giugno. È una notte carica di ritualità magiche, la vigilia dell’impossibile, dei prodigi, dei rituali d’amore e delle streghe. Ma come si distinguono queste tradizioni nelle diverse parti d’Italia?

A differenza di Roma, Bari aveva già molte storie e tradizioni legate alle streghe e, riservandosi il diritto al baccano della vigilia, inventò una nuova tradizione.

Una leggenda narra che san Giovanni cadde in un sonno profondo durato tre giorni e tre notti. Era talmente profondo che nemmeno Gesù riuscì a destarlo. Al suo risveglio, Gesù gli disse: “Ieri è stato il tuo onomastico e non te ne sei accorto!”

Secondo la fantasia popolare, in questa ricorrenza tutti dovevano stare alzati e far fracasso con trombe, trombette, campanacci, tamburelli e petardi, per aiutare Gesù a svegliare il Battista prima del suo onomastico.

Chi portava il nome di Giovanni, poi, doveva onorare il Santo addobbando con festoni lo spazio in cui abitava, che si trattasse di una via o di una corte, e imbandendo un banchetto con il tradizionale piatto stracolmo di pasta minuicchi con pomodorini freschi e ricotta marzotica, e altre prelibatezze tra cui i fichi fioroni. Erano chiassose e gaie tavolate all’aperto: sui terrazzi, sui balconi, per le strade, dinanzi agli usci dei bassi, nelle corti e nei vicoli della Città Vecchia, dove famiglie, amici e conoscenti si riunivano con gioia a dispetto di qualsiasi miseria umana.

Era anche il tempo delle serenate d’amore sotto il balcone, e delle donne “vacantine”, così si chiamavano le ragazze in attesa di marito, che traevano gli auspici per conoscere il mestiere del futuro consorte. Seguendo un antico rito, si faceva fondere sul fuoco del piombo, per poi gettarlo incandescente in una tinozza d’acqua nella quale si solidificava assumendo le forme più strane. Dall’interpretazione di quelle forme, le ragazze potevano prevedere il mestiere del futuro marito, e dunque comprendere il loro avvenire, se di povertà o ricchezza.

Banchetto di San Giovanni presso la chiesa di San Giovanni Crisostomo, Bari vecchia
Disegno di Bartolomeo Sciacovelli, in arte Iacoba
https://bit.ly/34B5eKm

Gaetano Barreca

©️ Tutti i diritti riservati

Tratto dal libro “La Tagliatrice di Vermi e altri racconti”, di Gaetano BarrecaWip Edizioni.

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2 risposte »

  1. Simpatica tradizione di Bari su San Giovanni mi giunge nuova. Qui a Roma, la “Notte di San Giovanni” vedrebbe le “streghe” ( che sarebbero le anime inquiete di Erodiade e di Salomè ) aggirarsi intorno alla Basilica Lateranense e nelle immediate vicinanze di Piazzale Appio; di qui l’usanza di lasciare una scopa fuori della porta di casa, perché le streghe, prima di entrare, devono contare tutti i rametti di saggina della scopa, e ora che finiscono di contarle, la notte è già passata e devono andarsene. Tale stratagemma conferma quanto sia vero ciò che si dice di noi romani: “In ogni romano c’è sempre un gran fijo de…” ( A Roma “fijo de na…” significa “furbo”, uno che non si fa fregare facilmente ).

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