Nel 1929, dopo la conclusione dei Patti Lateranensi fra la Santa Sede e lo Stato Italiano, Mussolini fece sventrare quanto rimaneva dell’antico rione di Borgo Spina per poter avviare, nel 1936, la costruzione di Via della Conciliazione, asse viario rettilineo che idealmente avrebbe sancito un ritrovato accordo tra i due stati.

In questo video degli Archivi Rai, Alberto Sordi (Roma, 15 giugno 1920 – Roma, 24 febbraio 2003) ci racconta di quello che fu “l’effetto Bernini”. Dopo aver attraversato il buio dei vicoli e gli angusti passaggi delle strade del vecchio quartiere, il vasto abbraccio del colonnato antistante la basilica di San Pietro si apriva improvvisamente per accogliere i fedeli di tutto il mondo. Era il Giubileo del 1925 e l’attore, allora bambino, si stupiva di questo miracolo architettonico.
Video tratto dalla trasmissione ULISSE IL PIACERE DELLA SCOPERTA , “Speciale San Pietro”
Trascrizione video:
“Lo dicono tutti romani de Roma, io so nato sotto il cupolone. Eh, eh il cupolone. Il cupolone…
Io ho saputa questa cosa che ero nato sotto il cupolone quando ero piccolo così. C’havevo tre anni. Era una grande festa, la festa di San Pietro. San Pietro… Mio padre si chiamava Pietro e ci portò a mangiare qui a Borgo, una trattoria caratteristica, si chiamava Checco. A parte che si mangiava bene, ma era piena di turisti, piena di gente perché dopo mangiato sapevano di vedere il grande evento. Il colpo grosso. Qualcosa di immaginabile. Un’immagine che non si sarebbe più cancellata nella vita. E infatti è stato proprio così. Tutti sapevano meno io. Perché c’avevo tre anni, non sapevo niente. Dico: ma che è questo grande evento, questo colpo grosso. Papà?
Dice: “adesso te lo spiega papà.” Mi prese per mano, all’uscita della trattoria. E passando per questi vicoli. Era come un labirinto Borgo Pio. Tutte case, casette, portoncini. Tutto in miniatura. Quasi in miniatura. Ma tutto buio! Queste vicoli un po’ a destra, a sinistra, una piazzetta, queste cose. Io mi incominciai a sentire un po’ a disagio, ebbi paura. Il grande evento, il colpo grosso, la sorpresa. O dio, Madonna, mia! A tre anni, che cosa? Io già quei discorsi che facevano i grandi, già li capivo un pochettino. Dico: “Ma che hanno preparato?”
Avevo fiducia di mio padre, questo era indubbio. Allora gli strinsi la mano così e lui sentii che io avevo un po’ di emozione, mi disse “Non ti preoccupare, stai con papà. Tu vedrai un’immagine che non dimenticherai mai più nella vita.”
Allora affrettò il passo, dice : Guarda ancora pochi minuti, facciamo due o tre vicoli e poi tu ti troverai davanti a questa immagine. Allora mi voltai un po’ per essere aiutato anche da mamma, dalle mie sorelle, da mio fratello. C’era tutta la famiglia che ci veniva dietro. Mi voltai e questo sorriso dolcissimo di mia madre disse “Vai! Vai, Alberto! Vedrai sarà bellissimo. Vai, vai, vai!”
Allora io improvvisamente mi sentii così sereno, come se con mio padre intraprendessimo un grande gioco. Sorridendo continuai ad andare con lui. Ancora un vicolo, ancora un altro a destra, poi a sinistra, poi
passammo davanti a un muro che era l’ultima casa e questo passare davanti al muro si presentò come un grande sipario che si apriva e improvvisamente … ah!
Rimasi come folgorato e mio padre disse “Ecco! questa è la sorpresa per te, che dici?” Io non dicevo niente. Mio padre sorrise, mi fece una carezza perché c’avevo la bocca aperta, gli occhi spalancati perché non mi sembrava vero, era tutto gigantesco. Il grande cupolone, questa maestosa… questo colonnato così incredibile. Una piazza immensa. Guardate che piazza che è! Rimasi così, a vedere questa meraviglia, questo grande miracolo.”
Il progetto di Via della Conciliazione si inquadra nel più ampio piano operato dal regime fascista di ristrutturazione dei centri storici italiani di cui il monumentalismo di Marcello Piacentini fu ispiratore ed autore. La sua realizzazione annullò, dunque, l’invenzione barocca ideata da Gian Lorenzo Bernini, che aveva creato un suggestivo gioco prospettico, ponendo, in asse con la scomparsa via di Borgo Nuovo, il portone in bronzo che conduceva alla Scala Regia, all’interno della cittadella vaticana.
Un sorprendente percorso che accompagnava lo spettatore dalle anguste e articolate strade della “Spina di Borgo” alla grandiosità della piazza San Pietro, dalla quale venivano offerti scorci verso la facciata della basilica e verso la cupola disegnata dall’architetto rinascimentale Michelangelo Buonarroti.

Umberto Sciamanna (1891-1963).
Scorcio di Borgo Vecchio inquadrato da piazza Scossacavalli, sulla destra parte di Palazzo dei Convertendi, sul fondo il colonnato e la basilica di San Pietro. 1930.
Da negativo su lastra in vetro Roma, Museo di Roma.Umberto Sciamanna (1891-1963).
Piazza Pia, Palazzo Sauve e i Palazzi progettati dall’arch. Luigi Poletti. 1930.
Da negativo su lastra in vetro Roma, Museo di Roma.
Articoli di referenza: Alberto Sordi intervistato da Roberto Rotondo per 30Giorni, N. 1, 2000
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