Storie al focolare

Le origini di Mezzo Culo

Nell’Italia che fu, ascoltare i racconti dai nonni e intorno al braciere era un vero spasso. Specie se ad accompagnare la narrazione c’erano castagne, patate calde o olive cucinate sotto al braciere. Chi ha avuto la fortuna di vivere quei tempi, ricorderà ancora l’odore delle buccia di mandarino che veniva gettata nel fuoco e usata come effusore.

Scatto di ©️Raffaele Montepaone – Istantanee di Calabria

Prima di spiegarvi chi è Mezzo Culo, permettetemi una breve digressione per soffermarmi sul mangime per le galline che ritroverete nel testo. In Calabria, e non solo, il becchime veniva chiamato canigghja. Ricordo che la mia vicina di casa usava la parola canigghja come formula per scacciare le occhiate di invidia che portavano al malocchio. La sua frase magica era:

Li malanova sunnu comu la canigghja cu li manna poi si li pigghia”,

Una frase che sapeva un po’ da specchio riflesso e che starebbe a significare “Le maledizioni sono come la crusca, che ricadano su chi li manda”. Svelata la formula e reinterpretata come “canigghja, canigghja cu mi manda mi si pigghia!, da bambino, un po’ per gioco, un po’ perché non si sa mai, iniziai a usarla anche io.

Di Mezzo Culo, come tutte le storie tramandate oralmente, esistono diverse versioni, ma la più accreditata a Bari, è certamente quella dello scrittore Alfredo Giovine.

Scatto di ©️Raffaele Montepaone – Istantanee di Calabria

Nel libro ‘Le stòrie de nonònne Iangelìne’ (1967), tra le righe di questo coinvolgente racconto, Giovine ci rivela il curioso soprannome di Angelina.

“Mezzo Culo, con un lenzuolo in testa, un bastone di ferro in una mano e un campanello nell’altra, uscì di casa digrignando i denti (pochi in verità) e lanciando fulmini giunse all’abitazione degli ingrati. Con un colpo d’anca spalancò il portoncino e imboccò le scale. Ma appena pose il piede sul primo gradino scivolò e si fratturò una gamba. «Ah!», gridò per il dolore e per la rabbia, «mi verrete tra le mani!».”  

La furente Angelina, dunque, spalancò il portoncino con la forza di una sola natica (un colpo di mezzo-culo, insomma) e con la stessa tecnica irruppe nell’abitazione. Angelina è esistita veramente?  Sì, e io ne ho le prove!  

Curiosi? Ci vediamo al prossimo articolo.

Nel frattempo non perdete il racconto completo di La Storia Mezzo Culo!

©️ Tutti i diritti riservati

Bibliografia: Alfredo Giovine, «Le stòrie de nonònne Iangelìne», Biblioteca dell’Archivio delle Tradizioni Popolari Baresi, Bari, 1967

Autumn 2018 (1)
Ti piacciono le storie tratte dalle tradizioni popolari? Acquista il libro.
Trovi La Tagliatrice di Vermi e altri racconti nelle librerie on in tutti gli store online

Categorie:Storie al focolare

2 risposte »

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.