“L’amore non è il sentimento che doniamo, ma quello che siamo.”
Negli anni ’70 Ida Ferrari ha rinunciato a sua madre e alla sua famiglia per l’amore dei
propri figli, per proteggerli! Vent’anni dopo, quando il DNA reclama le proprie origini,inizia il viaggio di un adolescente alla ricerca delle proprie verità. Amore e amicizia. Sogni e speranze. Segreti e bugie. Mafia, orgoglio e pregiudizio raccontate nei diari di un ragazzo che cambierà la vita della sua famiglia e quella di molte altre persone.
Alessandro non è solo. Sara, Rita, Sonia e Roberto… quante cose possono accadere in quindici anni di vita?
Alessandro riuscirà a fare riabbracciare la madre alla sua… prima del suo omicidio?
Il viaggio di un gruppo di adolescenti alla meta dei trent’anni alla ricerca di se stessi e della propria individualità. Questo e molto altro nel Martini Bias Crime, Io sono Amore”.
2010, Photocity Edizioni
ISBN 9788862239738
Estratto
Londra, 17 maggio 2010
Mamma, sono diventato egoista. La mia continua insoddisfazione mi ha trasformato. Mi ha fatto iniziare a viaggiare lontano, sempre più lontano. Prima Perugia, poi Londra e ora penso già all’America. Sto bene con me stesso mamma, tanto! Mi volto indietro, e mi accorgo che in questi ultimi dodici anni sono stato solo. Era ovvio che non avreste potuto aiutarmi a realizzare i miei sogni, ma sono arrabbiato perché me lo avete proibito.
Mamma, ti voglio bene, ma la vita mi ha insegnato molto più di quanto tu abbia potuto fare. Mi hai trasmesso valori autentici, importanti, ma non sufficienti per vivere. La speranza non è nel futuro, son cresciuto ripetendomi: «Un giorno sarò felice», ma il tempo passava e il dunque non arrivava.
L’umiltà a poco serve se rinunci all’ambizione, ti rende un fallito. E il male mamma? Il male va affrontato, non allontanato. Non possiamo tenere le persone che amiamo lontano dal male, ma possiamo aiutarle ad affrontarlo, stando loro vicino. Nella vita gli errori vanno commessi, per poter dire: «Ci ho provato», per poter capire se quella che stavo percorrendo era la strada giusta da seguire. Dietro a uno sbaglio si possono aprire altre porte. Siamo tutti alla ricerca di noi stessi, siamo tutti diversi, unici, speciali.
La mia più grande colpa è stata quella di non osare, la mia paura di essere solo. Me lo ricordavi sempre e ciò mi faceva sentire impotente, sbagliato. Nessuno avrebbe potuto rimediare ai miei guai, prendersi cura di me, ma così facendo sono divenuto schiavo della vita, del lavoro, dell’amore per paura! Questa non è vita.
Quando a trent’anni decisi di smettere di sopravvivere, tu eri la mia confidente mamma, ma eri così amorevolmente preoccupata del tuo figlio lontano che non mi hai mai dato una parola di conforto, ritenendo i miei desideri folli. Non volendo, mi hai sempre ostacolato e io sono dovuto partire per mete sempre più lontane, pur di non ascoltarti.
Non possiamo sempre adeguarci mamma, questo non è vivere. Tu e papà mi volevate architetto, mentre io volevo diventare illustratore. Non mi hai mai incoraggiato. Le tue parole erano: «Siamo poveri, quella è una strada che possono percorrere solo le persone che hanno i soldi, e poi ci sarà sempre qualcuno più bravo di te pronto a fregarti il posto.»
Lo ricordo quel discorso, avevo diciott’anni ed eravamo nella tua camera da letto. Nemmeno un mese dopo sono andato a studiare lontano da casa e mi sono sentito finalmente libero. Mi hai educato all’amore come prova di sacrificio e dedizione alla persona che ti sta accanto. Ho provato questo sentimento. Questo è un sentimento puro mamma, bellissimo, ma ti sei scordata di insegnarmi che l’amore e il rispetto per se stessi rimangono i valori più importanti. E io mi ero perso. Non trovando quello che cercavo son partito ancora una volta, verso l’Inghilterra. Qui, alla soglia dei miei trent’anni, mi sto educando a osservare la vita, ma la cosa più difficile è imparare a perdonarmi.
È difficile mamma, tu ti sei mai perdonata?
Non ho nulla da rimproverarti, perché per me sei speciale, ma ti sei sempre dimenticata di volerti bene e questo mi ha sempre fatto tanta rabbia, mi ha reso un figlio infelice. Forse è questo che non ti ho mai perdonato, forse è questo il motivo dei miei sbalzi d’umore con te. Tante volte ti ho fatto capire che per essere felici bisogna fare delle scelte, affrontare la vita e non adeguarsi agli eventi e alle circostanze. La vita nasconde a volte tanta magia, non è solo sacrificio.
Siamo simili mamma, tanto simili da farmi paura. Io non voglio essere come te, voglio sbagliare, voglio sognare. Detesto il pensiero che la mia felicità sia determinata da un’altra persona. Se non amo me stesso chi potrebbe amarmi?
Chissà che figlio volevi mamma. Tu e papà eravate così felici quando sono nato, me lo raccontavi sempre per farmi sentire amato. Papà, quando seppe che ero un maschietto, andò al bar del quartiere e offrì da bere a tutti. Mi volevate così tanto bene che vi siete dimenticati di prendervi cura di me, tanto che sono cresciuto per strada, perché la strada era meno pericolosa dei parenti di papà.
Voglio fare cazzate, voglio ridere, voglio amare, voglio avere tanti amici e sognare, mamma, sognare tanto. Tu non hai mai visto il mondo e non hai idea di quanta bella gente si incontri viaggiando. Fino a oggi non sono riuscito a prendermi cura di me e del mio sogno perché troppo sottomesso alla paura di non esserne capace, dall’ansia di star perdendo tempo. O forse, perché il bambino dentro me voleva che fossi tu a prenderti cura di lui, a dargli il permesso di sognare.
Sentirmi autorizzato a essere felice. È orribile.
Adesso voglio imparare a fare tante cose, come ora, a fare il nodo alla cravatta, da un papà virtuale e presente trovato su Youtube. Voglio anche sedermi alla scrivania e iniziare a disegnare, piano piano. Tratto dopo tratto. Senza che nessuno mi picchi o molesti i miei desideri. Ho un dono mamma, un dono che non avete mai compreso. Tuo figlio non era diverso bensì speciale, e questo ancora non l’hai capito.
Ho perdonato la vita, perché mi ha reso quello che sono oggi. Mi piace il modo in cui sto diventando uomo. Perché le brutture del passato mi hanno reso una persona sensibile, capace di vedere e percepire cose che inizio ad apprezzare. Sono diventato uno scrittore, ma tu non te ne sei mai accorta e a volte sembra che te ne vergogni. Essere scrittore non è un lavoro, è Essere. Chissà, magari ho iniziato a scrivere proprio perché avevo bisogno di essere ascoltato.
Avevo bisogno di scrivere, di sfogarmi un po’, di riflettere. Chissà che starai facendo ora? È una settimana che non ti sento. A Londra sono le ventuno, in Italia le ventidue e tu starai finendo di lavare i piatti prima di andare a letto e ringraziare Dio che anche questa giornata sia finita. Avrò riversato tutti i miei sentimenti in modo confuso su questo foglio, pieno di errori, come sempre. Li accumulo perché mi portino a riflettere. Ed ecco che, scrivendo, ho compreso che ho una cosa importante da fare, da imparare, affidarmi alla vita facendone parte.
Non è facile, ma sarà il mio nuovo obiettivo, per costruire un me stesso lontano dai tuoi insegnamenti, dalle costrizioni della società. Un qualcosa che va al di là di tutto. È difficile ascoltarsi mamma, a me fa paura. Ma voglio farlo perché merito tanto. Perché voglio iniziare a prendermi cura di me stesso.
Ho ricevuto una grande lezione di vita, ho compreso che quello che siamo dipende sempre dalle scelte che facciamo. E io, abbandonando il demone della paura chiamato fallimento sento d’aver fatto la scelta giusta. Se non proviamo, se non osiamo come possiamo dare occasione alla vita di renderci felici?
Tuo figlio Alessandro
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Come in una raccolta personale, inserisco di seguito i commenti che sono giunti per questo articolo sulla mia pagina Facebook:
Annalisa Tittarelli bellissimo… come vedersi allo specchio…
Giuseppe Boccanfuso L’ho letta due volte per genitore………..nelle tue parole non c’è rancore, neanche rabbia, nelle tue parole ho letto tanta soddisfazione, quella che si prova quando si riesce a chiudere il pugno della mano ed alzarlo verso il cielo in segno di vittoria………..e tu hai vinto, almeno ci stai provando a vincere, bellissima lettera con dentro sempre tutto il tuo amore, anche se celato a volte in parole meno dolci, mi sono emozionato e ti ringrazio per il privilegio che mi hai concesso.
Alba Maria Cataleta Vero , profondo fin dalle più intime radici del cuore e dell’essenza stessa dell’Essere: sfogo tanto più grande e sentito quanto più è umano e sofferto…
Spicca tutto il volo che vuoi ma ricordati sempre che un genitore quando pecca, pecca sempre per eccesso di amore nei confronti dei propri figli e mai per difetto. Ciao Gae, ti voglio bene!
Carmela Giuffrida Vai avanti, Gaetano, questa è la strada che porta a te. Ad un te maturo, uomo, consapevole, amato…è troppo amore quello di tua madre, dei tuoi, è troppo amore e paura di vederti soffrire, paura di non saperti consolare, paura di perderti…l’amore e la paura ti fanno soffocare…mia madre mi ha rimproverato che da sempre le ho detto che me ne sarei voluta andare…così è stato, per circostanze della vita o per coincidenze cercate, inconsapevolmente. Sono a 1500km da lei…ho lottato e lotto per il mio futuro, per la mia vita, per la mia realizzazione come persona…e lei è orgogliosa di me…sono la “matta” della famiglia, ma mi ha capita, adesso. Adesso che mi vede sicura, donna, forte. Vai, Gaetano, vai!!!
Teresa Liguori sei un uomo coraggioso gaetano.questa tua profonda riflessione cui mi hai dato l’onore di essere partecipe,lo dimostra:coraggio di prendere in mano la tua vita e lottare per realizzare i tuoi sogni,le tue aspirazioni.coraggio di andare lontano,via dagli affetti familiari e da quella mamma troppo chioccia,che non appoggiando le tue ambizioni,cercava solo di preservarti da eventuali delusioni.le mamme del sud sono un pò tutte così;non si rendono conto che il loro troppo amore,il più delle volte ci limita e ci tarpa le ali.ma tu hai avuto coraggio,e pur sapendo di arrecarle un ulteriore dolore,hai scelto di vivere la tua vita come ritieni giusto che sia,anche facendo quegli errori che ti permetteranno di imparare e crescere,migliorandoti sempre più.siamo figli dei nostri genitori,ma non siamo loro proprietà.ma questo ,difficilmente potranno mai comprenderlo…
se tutti i giovani italiani dimostrassero il tuo stesso coraggio,forse riuscirebbero a togliersi la nomea di bamboccioni che li attannaglia da troppo e da loro un’immagine al resto del mondo,non certo felice…
continua così,con lo stesso entusiasmo.ed ogni tuo sforzo,sarà premiato prima o poi.io ti sotengo(anche se solo virtualmente) e tifo per te! 🙂
un abbraccio forte!
Maria Mantega Bellissimo! Vorrei poterlo far leggere alla mia mamma! Le parlerebbe anche di me…
Masina Abate wow … you and my son have alot in common … did he make you write this and then send it to me???
Rita Greco Mi hai commosso. Tra quelle righe ci sono anch’io. Spero di riuscire a volare come te un giorno. Grazie Gaetano.
Adriana Giacalone Commovente, vera e immagino che molte persone si ritrovino nelle tue parole.
Fortunatamente non e’ il mio caso, ho una mamma adorabile che mi sta vicina e mi capisce.
Grazie…….
Lucia Benedetto Carissimo Gaetano, con questo tuo scritto, hai toccato la parte più nobile del cuore… La punta … Complimenti !!!
Grazie per il tag, con stima Lucia
Veronica Zaghini Gae..è bellissima…e nn so veramente cos’altro aggiungere 🙂
Maria Carla Orsi bravo sei diventato grande1
Claudia Presotto Sono mamma e spero di riuscire a lasciar volare mio figlio quando vorrà andare. Mi sono commossa, grazie.
Elisabetta Caparra Molti di noi si riconoscono in queste tue parole….ma il tragico dov’è?!!!! E che si diventa genitori e a volte ci si comporta allo stesso modo pur non volendolo, forse per troppo affetto, per paura che, in un mondo odierno così difficile, il figlio o la figlia si possa perdere se non percorre la strada più concreta, più attuabile….comunque continui a sbalordirmi e a piacermi per la tua spiccata sensibilità, che riesce a far vibrare anche le corde più stonate dell’animo umano. Complimenti.
Elena Talenti molto intenso:difficile aiutare i figli ad essere fieri di sè,possiamo solo offrirgli il nostro esempio e accetterli anche nelle loro scelte difficili che potremmo non condividere…
Rita de Santis Bellissima, posso metterla in lista baci Rita
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Una lettura in versione jazz del sito web Giornalisti Narranti
Categorie:Estratti e Racconti, Libri
Vorrei ripubblicarla su sensodellavita.com. Ho il permesso?
Marco
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Salve Marco, può pubblicarla con piacere. La ringrazio, Gaetano
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