Per il film Il Vangelo Secondo Matteo, il regista Pier Paolo Pasolini scelse il volto della propria madre per accompagnare Gesù alla croce. Un calvario inconcepibile per quella povera donna, resa umana, che da sempre non solo ha rappresentato la madre del Cristo, ma reso carne viva il divino amore e la profonda sofferenza che ogni genitrice prova per il proprio figlio.
E da figlio, alquanto sensibile, ho da sempre trovato il dolore di Maria davvero straziante.

Ho una lettera importante tra le mani. La testimonianza incredibile di una donna abusata e derisa, che ho intenzione di pubblicare in un mio prossimo racconto. E tra i pensieri che precede la stesura, la mente non ha potuto far altro che correre alla Madonna dall’occhio nero di Galatone, protettrice delle vittime di violenza.
Custodita nel santuario della Madonna delle Grazie, questa effige miracolosa è da secoli celebre per la macchia di sangue che le vela l’occhio sinistro. Convalidando l’ipotesi dei documenti manoscritti relativi all’immediato avvio dei lavori per la costruzione della chiesa, l’episodio dell’oltraggio alla Vergine dovrebbe datarsi intorno al 1586.

Un’antica storia che si confonde con la leggenda, infatti, narra che in fuga dai suoi creditori, per un ingente perdita di denaro al gioco, il signor Antonio Ciuccoli trovò rifugio in una cappella/ chiesetta sicuro di non esser trovato. Perennemente illuminato all’interno, v’era il quadro della Madonna che con fare insistente sembrava osservarlo. Un bel po’ alticcio, forse per dormire o per non farsi scoprire, il Ciuccoli tentò più volte di spegnere quel lumino. Non riuscendoci si infuriò iniziando a inveire contro quell’affresco che osservava il peccatore con pietà senza distogliere lo sguardo. Scopertosi colpevole, Ciuccoli sferrò un pugno contro l’effige, all’altezza dell’orbita sinistra. Improvvisa, apparve l’evidente lividura, ancor oggi visibile.
In preda al panico, l’uomo lasciò di corsa la chiesetta alla ricerca di un nuovo rifugio, ma nel farlo inciampò nel cadavere di un uomo appena assassinato. Catturato da due gendarmi, in stato confusionale, fu accusato di omicidio. Condotto al patibolo, quando il confessore stava professando l’assoluzione in articulo mortis, Ciuccoli cercò di spiegare ai presenti da cosa stava fuggendo quella notte.

I galatonesi, che già avevano interpretato l’offesa inferta al volto della Madonna come un cattivo presagio e pietà popolare, gridarono “Alla forca!” Privo di perdono, Ciuccoli fu giustiziato.
Sebbene la tradizione concordi sul nome del dissacratore, alcune versioni di questa storia tramandano che a ferire l’occhio della Vergine non fu il pugno sferrato dal Ciuccoli, ma una pietra da lui lanciatele contro. Entrambe le versioni appaiono plausibili, ma se vogliamo credere al miracolo, possiamo confermare che nell’orbita offesa l’effige non risulta scalfita. Un restauratore potrebbe prendersi la licenza, per continuità, di coprire una minuscola mancanza di pittura, ma mai aggiungere stucco a una ferita.
Papa Francesco nell’Amoris Laetitia scrive: “La vergognosa violenza che a volte si usa nei confronti delle donne, i maltrattamenti familiari e varie forme di schiavitù non costituiscono una dimostrazione di forza mascolina, bensì un codardo degrado. La violenza verbale, fisica e sessuale che si esercita contro le donne contraddice la natura stessa dell’unione coniugale.”

La Madonna delle Grazie di Galatone (Lecce)
Eppure, c’è qualcosa che sembra taciuto in questa storia. Una realtà ben più grave e tangibile che, per “codardo degrado” come dice il Papa, viene negata. Uno scempio presente nella stessa icona della Madonna dall’occhio nero, che documenta e priva la Vergine della propria umana femminilità.
Continua, La Vergine senza seno
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Un racconto meraviglioso, grazie! Attendo con impasienza il seguito.
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