Vivere a Londra

Il trauma culturale del ritorno in patria

Ecco la cosa più difficile da gestire una volta in patria: le abitudini!

Dopo il mio natale ebreo, sono stato ospitato da una famiglia del Nord Italia per passare la fine dell’anno. Un altro mondo!

La prima figura di merda: vado in bagno e non riesco ad accendere la luce, chiedo dov’è la cordicella. Mentre finisco di fare i bisogni guardo felicemente il bidè e sorrido pensando al mio rapporto col kamasutra nella vasca da bagno inglese.

Esiste un sondaggio troppo simpatico per chi è stato suddito di sua maestà.

Vi accorgete di essere stati troppo in UK se, tornati in Italia:

– Andate a prendervi un caffè nel baretto sotto casa e ordinate un singolo espresso e vi aspettate che il barista vi capisca quando gli chiedete una moka alta con uno shot di espresso, doppio cioccolato, poca schiuma, latte parzialmente scremato, tutto in un bicchiere di carta con il tappo.

– Vi accorgete di aver imboccato un viale contromano.

– Realizzate dopo mezz’ora che siete gli unici a fare la fila per prendere il biglietto del tram, nel frattempo vi sono passate davanti due scolaresche, quattro vecchiette col bastone, tre punk e due bus di turisti giapponesi che, attratti dallo spettacolo di un italiano che fa la fila, hanno consumato un paio di rullini.

– Credete che le strisce pedonali vi garantiscano il diritto di attraversare la strada e che le macchine arrivino da destra.

– Andate al cinema e notate che il movimento della bocca degli attori non corrisponde a quello che dicono e che De Niro, Al Pacino e Stallone hanno la stessa voce.

– Chiedete scusa con un sorry.

– La domenica mattina vai al bar con il tuo LAPTOP e con tutta la rassegna stampa della domenica, ti siedi al tavolo, indossi le cuffie per rilassarti con il sottofondo dei Guillimotz e inizi a sorseggiare il tuo cappuccino in pieno relax… e dopo venti minuti alzi la testa e ti accorgi che sei diventato l’attrazione del bar: tutti entrano ti guardano e non capiscono che cosa tu stia facendo… e perché tu stia occupando il tavolino da venti minuti, visto che il cappuccino lo hai già finito… e il barista (peraltro di fiducia) dopo la centesima volta (quindi ogni uno o due minuti) che ti chiede se desideri qualche altra cosa… alla fine esclama: questo bar non è un albergo!

– La domenica mattina, colto da una fame improvvisa, esci con l’intenzione di comprare solo un po’ di latte e tornare di corsa a casa per rituffarti tra le coperte… ti metti la prima cosa che capita (stile quasi pigiama), le tue FLIP FLOP (cavolo ci son 30 gradi, anche se è ottobre) e gli occhialoni stile moscone… noti che la vecchiettina che ti sta venendo incontro attraversa la strada per evitarti, il personale del supermercato non ti perde di vista – ché non si sa mai quali intenzioni criminose tu possa avere in mente –e mentre sei in fila alla cassa, la signora davanti (truccata e pronta per sfilare sul red carpet del Duomo) si stringe la borsetta tra le manie ti guarda come se tu fossi appena scappata dal MANICOMIO.

– Quando scrivi un sms o in un discorso ogni dieci parole dici: ANYWAY!

– Quando dici parole di uso comune in Italia (tipo ‘marketing’) con una pronuncia un po’ british e ti guardano tutti con una faccia come se non capissero di cosa stai parlando.

– Quando proponi un ‘take away’ al cinese per cena e ti invitano tutti calorosamente a tornartene in UK e a non farti mai più vedere.-)

– Quando chiami il giorno libero un DAY OFF.

– Se hai bisogno di contante, chiedi dov’è il cash point più vicino e ti guardano come un extraterrestre.

– Diventi una iena se chiedi una mezza pinta e ti portano una piccola: non è la stessa cosa! E allora pretendi di fare complaint al bar manager.

– Il tuo “va bene” è un “it’s ok” che continua a persistere nella quotidianità malgrado le gag di Zelig.

– Proponi una birra alle 4 del pomeriggio e i tuoi amici vogliono segnalarti alla Alcolisti Anonimi.

– Quando cerchi di contattare un ufficio pubblico sei convinto che qualcuno ti risponderà in tempi umani o, più semplicemente, che qualcuno ti risponderà.

– Sei a casa di amici con 4 persone e lo consideri un party.

– Cerchi un locale dove mangiare alle quattro di domenica pomeriggio e ti accorgi che l’unico posto aperto è un pub. Dove tra l’altro non servono più cibo e ti guardano anche strano se chiedi se la cucina è ancora aperta.

– Esci da una discoteca e cerchi un minicabbaro che ti assalga dicendo “minicab-minicab”.

Sondaggio di Anna Kapalina e Silvia Andrei

 

Categorie:Vivere a Londra

6 risposte »

  1. diciamo che….ho rischiato un frontale a casa uscendo contromano da un parcheggio (eppure in london non guido…)
    ogni volta che torno dico sorry anche ai cani..
    non mi viene altra parola per esprimere day off e…
    vogliamo parlare di busy?
    anyway… we are always italians!

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  2. HaHaHaHaHa giuro che leggevo e ridevo da solo in camera…e vista l’ora se i miei x caso mi avessero sentito hanno di sicuro pensato che sono impazzito!!!
    Troppo forte,sia la tua esperienza nel ritrovarti nuovamente su un bagno italiano (soprattutto perche’ immagino la luce dei tuoi occhi alla vista del bide’ ) che il sondaggio!!!Comicissimo!!!
    Da parecchie cose mi rendo conto di quanto l’Italia sia ancora indietro…a partire dal fatto che anche quando esci x caso 5 minuti a comprare il pane alla bottega sotto casa,devi x forza ingellarti e metterti in ghingheri,altrimenti i commenti e i giudizi della gente piovono a catinelle,dai CallCenter che x riuscire a parlare con un’operatore serio hai attese lunghe secoli (una volta sono stato al telefono piu’ di un’ora x parlare con una deficiente che poi non sapeva un’accidente di quello x cui era stata messa la’,come se il lavoro gliel’avessero dato con i punti del Dash),oppure quando ti capita alle 4 del pomeriggio (o a me capitava quando vivevo a Perugia anche verso le 23:00/00:00) e hai un po’ di fame e non trovi granche’ da mangiare…piccoli sfoghi lol!!!
    Comunque continua cosi’,quello che scrivi mi piace parecchio,BraviSSimo!!! ^^

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  3. Trovo drammatico rendersi conto di quanto sia limitato questo paese , lo racconti in modo divertente pero’ questa gente mi fa’ davvero paura .. basta un nulla per essere guardati malissimo , mi ricordo per esempio quando acquistai il palmare moltissimi anni fa’ , al lavoro i colleghi mi guardavano malissimo pensarono che fosse un congegno per riprenderli mentre facevano finta di lavorare .fecero una riunione e fui poi chiamato a rispondere a delle domande.
    oppure quando attivai internet moltissimi anni fa’ ed aravamo in pochi in rete , ed io acquistavo a prezzi super stracciati qualunque oggetto nel mondo..
    venni additato di essere malato perchè usavo il computer e internet , dissero che ero associale cose del genere . adesso molto in ritardo alcuni si sono adeguati e non possono farne a meno ..
    tenendo presente che la felicita’ (ammesso che esista) potrebbe essere poter esprimere se stessi secondo le proprie attitudini e la propria personalita’.
    qui in italia non c’è crescita , e non abbiamo possibilita’ di esprimerci , i limiti veri sono nella testa di questi italiani .
    vorrei avere la forza di andarmene .

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  4. le mie figlie e il papa’ inglese quando tornano in Italia si spettano che le auto sulle strisce pedonali inchiodino, io ho detto loro di far passare prima tutte le auto! non sono abituate ai nonni italiani che le sbaciucchiano sempre, poi non prendiamo mai la macchina, usiamo il bus e ci chiedono perche’, mia madre ha fatto una tragedia perche ho preparato la minestrina e mi sono dimenticata il parmigiano, la lista e’ ancora lunga.

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  5. Ogni volta mi guardan come una demente perche faccio la queue al bar x pagare, x ordinare il caffè, e alla cash machine…
    e la prima volta che son tornata a Milano son scesa a comprar il caffè alla GS in pigiama e pantofole e mi han guardato come se fossi un’extraterrestre, mio fratello mi ha fatto poi gentilmente notare che non si esce cosi!!!!!

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